Il bambino e l’adolescente non rappresentano una versione in miniatura di un uomo maturo, ma presentano caratteristiche peculiari che li rendono predisposte a determinate patologie specifiche proprio di questa fascia d’età. Un individuo di sesso maschile raggiunge la maturità scheletrica e di conseguenza porta a termine l’accrescimento a circa 14-16 anni, mentre un individuo di sesso femminile a circa 13-14 anni. Sino ad allora, il piccolo paziente viene definito “scheletricamente immaturo”.
Durante questa fase della crescita, il piccolo paziente è esposto al rischio di specifici traumi e patologie a causa della differente composizione dei tessuti rispetto agli adulti. Infatti, l’osso in accrescimento e la presenza delle delicate “cartilagini metafisarie di accrescimento” rendono l’apparato scheletrico più fragile rispetto ad esempio al sistema muscolo-tendineo. D’altro canto, la capacità di guarigione del paziente giovane è sicuramente più rapido ed efficace dell’adulto, anche se gli interventi chirurgici vanno eseguiti con molta precisione per il rischio di danneggiare involontariamente le cartilagini di accrescimento. Inoltre, il paziente adolescente e pediatrico può manifestare in giovane età i sintomi di patologie congenite e presenti sin dalla nascita, come displasie o deformità articolari. Queste vanno riconosciute precocemente per poterle trattare il prima possibile e garantire i migliori risultati negli gli anni successivi.
E’ dunque fondamentale una visita Ortopedica, eventualmente integrata con degli adeguati esami strumentali come una radiografia, una risonanza magnetica o una TAC, per raggiungere una diagnosi corretta, che rappresenta il necessario punto di partenza per un trattamento efficace.
La visita Ortopedica del Paziente Pediatrico o Adolescente prevede una indagine anamnestica, ovvero un riassunto della storia clinica, dei traumi e dei sintomi. Questa è integrata da una serie di manovre atte a identificare le strutture “danneggiate”. Infine, il quadro è completato con la visione degli esami strumentali in possesso del paziente (che si invita a portare con sè ad ogni visita!). In alcuni casi, quando necessario a dirimere la diagnosi, la visita può essere integrata con una ecografia eseguita seduta stante, evitando quindi di inviare il paziente a domicilio per l’esecuzione dell’esame. Un clinico Esperto può impiegare anche pochi minuti per portare a temine questi compiti. E’ invece indispensabile dedicare il tempo necessario a spiegare ai genitori e al piccolo paziente la patologia e le caratteristiche delle vari tipi di trattamento.
A seconda della diagnosi, sono disponibili delle opzioni terapeutiche per trattare ogni specifica patologia.
Medico Chirurgo, Specialista in Ortopedia e Traumatologia. Dirigente Medico presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Professore a Contratto all’Università di Bologna.
Visita a Bologna, Milano, Rimini, Udine.
Iscritto all’Albo dei Medici Chirurghi di Bologna N° 16456
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